La figura del Temporary Manager nel processo di risanamento e di crescita dell’impresa.

Il periodo di crisi legato alla pandemia Covid-19 ha contribuito negli ultimi due anni, al depauperamento del tessuto economico/imprenditoriale in un contesto già gravemente colpito dalla crisi economica ante pandemia.

Considerate anche le incerte e poco prevedibili attese riguardanti la situazione economica generale di breve/medio periodo, sempre più imprese nel territorio nazionale versano purtroppo in una condizione di difficoltà economico-finanziaria tale da intaccare in maniera incisiva la capacità di far fronte alle proprie obbligazioni.

In questo ambito si inserisce la figura del “Temporary Manager” (o Manager a tempo), un professionista con competenze specifiche che assiste l’azienda nell’intera gestione o in riferimento ad un processo specifico, per un periodo limitato di tempo, attraverso la progettazione e l’attuazione di interventi operativi volti al recupero della continuità aziendale e allo sviluppo di soluzioni per far fronte alla crisi d’impresa.

L’attività primaria di un Temporary Manager è quella di definire una strategia aziendale condivisa con il management e i soci, monitorandone l’applicazione e impostando le basi di uno sviluppo che possa durare nel tempo.

L’assistenza nelle situazioni di crisi contempla anche la funzione di sviluppare progetti necessari alla riconversione/crescita economico-finanziaria (e anche culturale) dell’azienda.

Il Manager a tempo interviene quindi su diversi livelli:

  • Risoluzione della crisi d’impresa, ristrutturazione e recupero della continuità aziendale;
  • Cambiamento della strategia e rinnovamento della cultura aziendale;
  • Assistenza dell’azienda in progetti di crescita e sviluppo.

In relazione agli obiettivi da raggiungere (e soprattutto in un’ottica di discontinuità gestionale rispetto al passato) deve necessariamente essere esterno rispetto al precedente assetto organizzativo dell’impresa e non coincide quindi con la figura del dirigente a tempo determinato/indeterminato, fisiologicamente propenso al mantenimento del proprio ruolo nell’organigramma aziendale.

Questo genere di distacco consente al Temporary Manager di conservare una preziosa indipendenza di giudizio, da cui poi egli trae la capacità di assumere decisioni (talvolta impopolari) senza essere influenzato da visioni aziendali consolidate che, talvolta, costituiscono la causa dello stato di crisi e che quindi il più delle volte è chiamato a modificare.

Così, tanto più il Temporary Manager sarà efficace nello svolgimento dell’incarico che gli viene affidato, quanto prima la sua presenza non sarà più necessaria, perché egli si pone sempre come fine ultimo il conseguimento dell’obiettivo oggetto del suo incarico, non il prolungamento della sua presenza in azienda.

In conclusione, la figura del Temporary Manager si inserisce nella realtà aziendale con l’obiettivo di essere portatore di una nuova cultura d’azienda, offrendo soluzioni concrete al fine di accelerare i cambiamenti necessari per il superamento delle situazioni di crisi, il recupero e mantenimento della continuità aziendale, oltre che garantire alle aziende il raggiungimento di un durevole vantaggio competitivo nel settore di appartenenza.


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